Il futuro prossimo venturo

Il futuro ormai è in mezzo a noi e in questi giorni nel nostro territorio ne abbiamo avuto due esempi.
Il primo ci è stato regalato da una bambina di Campagna Lupia. Ebbene una bambina di dieci anni, nata quindi in questo nuovo millennio, ha dato una lezione straordinaria alla sua maestra che voleva insegnarle le buone regole della convivenza per cui bisogna a volte imbrogliare e sconvolgere la realtà. La bambina conosceva bene la canzoncina imparata dallo Zecchino d’oro “Natale in allegria”. Una strofa dice così: “Buon Natale con il torrone! Buon Natale con il panettone! Su, brindiamo! Festeggiamo! Questo è il giorno di Gesù”. La maestra pensava che quel nome potesse disturbare la sensibilità dei suoi piccoli allievi e allora lo ha “censurato” e sostituito con la parola Natale: “Questo è il giorno di Natale!”. Ma Natale di chi?, si sarà chiesta la bambina. Se lo chiedono tutti i bambini e vogliono sapere il suo nome. Altrimenti è la festa di chi? Perché nascondere il suo nome. Fra l’altro non si tratta di una favola, ma di un bambino in carne e ossa che è nato circa 2018 anni fa. Povero come tanti poveri di oggi, migrante come tanti migranti di oggi. Nato addirittura in una stalla come ha voluto ricordarci San Francesco inventando il presepio. Questa è la storia. La storia anche nostra. Che male c’è allora a ricordare tutto questo, ci chiedono i bambini come la bambina di Campagna Lupia. Perché la maestra, come tanti altri maestri, vuole nascondere questa storia? Perché tanti adulti, che si ritengono benpensanti, ogni anno ripropongono la stessa noiosa e stucchevole scelta di voler nascondere il nome del festeggiato? Cancellate il Natale piuttosto, ma non il ricordo di chi è nato. Che poi quel bambino sia anche il Figlio di Dio è tutta un’altra storia. Io ci credo, ma molti non lo credono e nessuno vuole imporglielo. Ma non si può negare che quel bambino abbia rivoluzionato e plasmato il nostro passato religioso e culturale. Quella bambina lo ha insegnato alla sua “insegnante”. Bella lezione data a tutti gli insegnanti e a tutti i cosiddetti benpensanti che sicuramente non faranno tesoro di quella lezione e l’anno prossimo riproporranno la stessa storia. Come è difficile per i bambini far cambiare idea agli adulti, direbbe il piccolo principe di Saint-Exupéry!

IL FUTURO E’ SBARCATO A MESTRE

E’ la sensazione che ho avuto sabato 1 dicembre quando ho partecipato all’inaugurazione dell’M9, un museo radicalmente diverso da come normalmente pensiamo debba essere un museo. Il primo museo completamente multimediale d’Italia che ci racconta il Novecento, “il migliore e il peggiore dei secoli”. Una storia bella e brutta insieme, che molti di noi hanno parzialmente vissuto, raccontata con gli strumenti di chi è nato in questo millennio. Il passato raccontato al futuro. In un contenitore colorato dove il nuovo si sposa alla storia del luogo, il vecchio chiostro del convento di Santa Maria delle Grazie. Tutto questo a Mestre. Il futuro è sbarcato a Mestre e ha risvegliato la “mestrinità”, l’orgoglio di essere mestrini.

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