Commento al Vangelo di domenica 7 febbraio
“Gesù insegnava alle folle dalla barca”. Nella tradizione cristiana torna spesso la metafora della barca. E’ la Chiesa. C’è Pietro al timone, che viene invitato a prendere il largo e a gettare le reti. Pietro è scoraggiato perché ha pescato una notte intera senza risultato, ma si fida della parola di Gesù e getta le reti. Risultato: una pesca straordinaria. Oggi al timone c’è Francesco che invita la Chiesa a prendere il largo, a non rassegnarsi alla quiete del porto, a fidarsi di Gesù che è sulla barca, ma che talvolta sembra dormire. I pesci si trovano fuori del porto, in acque pulite ma talvolta burrascose. E’ un invito alla fiducia. “Sulla tua parola getterò le reti”.
“Lo stupore aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui”. E’ lo stupore di Maria quando si rende conto delle “grandi cose” fatte in lei dal Signore. Lo stupore dei servi e degli sposi alle nozze di Cana. Lo stupore nostro quando rientriamo in noi stessi e ci rendiamo conto delle cose belle e grandi che il Signore ha fatto e continua a fare in noi e attraverso di noi.
“Lasciarono tutto e lo seguirono”. E’ interessante il racconto del cammino di conversione di Pietro e dei suoi amici Giacomo e Giovanni, pescatori come lui. Dalla sfiducia (“Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla”), alla fiducia (“Sulla tua parola getterò le reti”), allo stupore (“Per la pesca che avevano fatto”), al distacco dalla vita di prima (“Lasciarono tutto”), alla sequela (“Lo seguirono”). Questi passaggi segnano le tappe del percorso del discepolo anche oggi. Ma tutto prende l’avvio dal rapporto ravvicinato con Gesù che chiama. E invece quante obiezioni. La paura di prendere il largo. La paura di quello che diranno gli amici. La fatica di decisioni “per sempre”. “Non temere”, ci dice anche oggi Gesù. Signore, metti un po’ di coraggio nell’animo di tanti giovani che faticano a prendere decisioni che vanno contro corrente. Oggi, più che mai, hai bisogno di operai nella tua vigna.
“D’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Pescare uomini! Come si fa? Intanto bisogna prendere il largo e poi gettare le reti. Il resto avviene “per contagio”. Sarà il nostro modo di fare, la nostra positività, la nostra serenità, la nostra affabilità, le nostre parole a generare simpatia e a contagiare altre persone e a permettere al Signore di entrare nel cuore delle persone con cui condividiamo qualche pezzo di strada. Al lavoro, a scuola, all’università, nel condominio, nel gruppo culturale o sportivo, nell’attività sociale o politica. Pescare uomini per contagio. Al largo però! Fuori del gruppo cristiano dove stiamo bene tra di noi. Fuori, al largo dove contano più i gesti delle parole.