Commento al Vangelo di domenica 17 gennaio
“C’era la madre di Gesù”. Anche lei invitata al banchetto di nozze a Cana di Galilea. Della madre di Gesù Giovanni ne parla qui, all’inizio del suo Vangelo, e poi non ne parla più. Riapparirà ai piedi della croce. “Donna” la chiama Gesù all’inizio del suo ministero. Non madre, ma Donna. Sarà la stessa cosa ai piedi della croce: “Donna, ecco tuo figlio”. La parentela di sangue non conta: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Chiunque fa la volontà del Padre mio”. Nasce una nuova famiglia, un nuovo rapporto. Maria sta all’inizio della missione di Gesù, a conclusione della sua vita, all’inizio della vita della Chiesa.
“Non hanno più vino”. La festa è rovinata. La madre di Gesù non chiede niente. Fa presente al figlio un dato di fatto. Possiamo chiederle che lo faccia anche per noi “adesso e nell’ora della nostra morte”.
“Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Maria è fiduciosa che succederà qualcosa e chiede ai servi la piena disponibilità a fare tutto quello che Gesù dirà loro. Tutto. Non solo quello che piace. Non solo quello che sembra logico. Anche quello di riempire le anfore di acqua e poi servire a tavola il contenuto. “Nulla è impossibile a Dio”. Maria se le ricorda bene queste parole sulla bocca dell’angelo che le aveva fatto visita. Essenziale anche nella nostra vita fare quello che il Signore ci suggerisce. Dobbiamo imparare dai servi la piena disponibilità alla volontà del Signore. Gesù aveva bisogno di loro per compiere quella trasformazione. E’ essenziale il loro intervento perché Gesù possa agire. Dio ha bisogno degli uomini. Dio ha bisogno di noi. Essenziale la nostra disponibilità.
“Questo fu l’inizio dei segni fatti da Gesù”. L’acqua trasformata in vino Giovanni la chiama “segno”. Non è un miracolo, ma un segno. Il primo fatto da Gesù. Il miracolo è fatto per stupire, il segno per convertire. Il miracolo genera emozione, il segno al contrario fa pensare e spinge a prendere una decisione. Il segno esige più attenzione che stupore, comporta scelte di vita, spinge al fare. Come i segni stradali che ti domandano di fare quello che esprimono e ti spingono a farlo e se non lo fai è peggio per te. E infatti Gesù ha trasformato l’acqua in vino e quel segno ha trasformato i discepoli in credenti. “Egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui”. Da spettatori diventano credenti.
Il banchetto delle nozze di Cana è anche segno del banchetto eucaristico. A Cana di Galilea l’acqua viene trasformata in vino, nell’eucaristia il pane e il vino si trasformano nel corpo e nel sangue del Signore. I “segni” continuano. E noi, come i discepoli, dovremmo trasformarci da spettatori in credenti. Si costruisce la Chiesa, la comunità dei credenti.