Nel deserto per cogliere il “sussurro” di Dio

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato… La parola di Dio entra nella storia umana in un momento preciso. L’evangelista Luca, per sottolineare l’importanza di questo evento, ce ne dà le coordinate storiche. L’irruzione della parola di Dio entra nella storia dell’uomo e la trasforma in storia sacra, storia di salvezza, dove il coinvolgimento personale diventa elemento essenziale perché la trasformazione nostra e del nostro mondo si possa realizzare.

La parola di Dio venne su Giovanni. Dio ha bisogno di uomini e donne ai quali consegnare la sua parola. Allora Giovanni, il Battezzatore, oggi ciascuno di noi. Tutti profeti, come il profeta Giovanni, chiamati a prestare la voce a chi può e vuole cambiare il corso della storia, perché si trasformi da storia di morte in storia di vita nuova, aperta all’amore verso tutti, anche verso i nemici. Prestare la voce a Dio e prestare la voce a chi non ha voce perché possa farsi sentire.

Nel deserto. Il luogo dove la parola di Dio ha raggiunto Giovanni è il luogo dove quella stessa parola può raggiungere ciascuno di noi. Solo nel silenzio e nella solitudine del deserto si può cogliere il “sussurro” di Dio. Allora occorre fare deserto nella vita ordinaria, senza bisogno di andare nel deserto, quello vero. Trovare l’angolo di deserto nella nostra casa, nella nostra città, nel nostro cuore. Perché solo nel silenzio del deserto si può sentire chi bussa al nostro cuore.

Preparate la via del Signore. Che possiamo trasformare anche in “preparate la via al Signore”, perché è Lui che ci viene incontro. Se il Signore viene accolto la storia cambia, anche quella personale, come è cambiata per Sant’Agostino, per San Benedetto, per San Francesco, per Madre Teresa di Calcutta e per tantissimi altri santi conosciuti e sconosciuti. Può succedere anche a noi.

Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio. In questo anno speciale di Giubileo straordinario siamo tutti invitati ad aprire gli occhi per vedere la presenza di Dio nella storia e ad aprire la “porta santa” del nostro cuore alla misericordia di Dio perché anche il nostro cuore possa diventare capace di misericordia. Papa Francesco, con la sua scelta di andare nelle periferie del mondo, ci sta insegnando come fare. Ma ci ricorda anche di “aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali”. Magari anche nel nostro stesso condominio.tunisia_m3wge.T560[1]

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