Prima domenica di Avvento. Riparte l’anno liturgico. Si ricomincia. Quanti anni liturgici abbiamo celebrato nella vita! Allora è una finzione? Assolutamente no. L’anno liturgico è sempre lo stesso, ma siamo noi che siamo cambiati, che non siamo più quelli dell’anno scorso o degli anni scorsi. E anche le situazioni dentro alle quali ci troviamo a vivere oggi sono molto cambiate rispetto a quelle degli anni scorsi. Situazioni molto più problematiche e talvolta più drammatiche di quelle passate. Qualcosa di quanto detto nella prima parte del vangelo di questa prima domenica di Avvento sta succedendo nel rapporto fra persone, fra religioni, fra gruppi etnici, fra nazioni. Allora è di estrema attualità quanto Gesù ha detto ai suoi discepoli: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo perché la vostra liberazione è vicina”. Messaggio positivo, però bisogna “alzare il capo” e guardare verso l’alto.
Noi viviamo nell’attesa della sua venuta: ecco il senso dell’Avvento. Il Signore è venuto, verrà e viene. Noi siamo chiamati ad accoglierlo nel nostro presente per prepararci ad accoglierlo “nell’ora della nostra morte”, come diciamo ogni volta che recitiamo l’Ave Maria.
Lo stile di vita del cristiano è quello di vivere l’oggi costruendo il domani, perché quel domani non lo colga di sorpresa. Impreparato. “Vegliate in ogni momento pregando”. Vigilanza e preghiera per evitare il pericolo che il cuore si appesantisca a causa degli “affanni della vita”. Vegliare vuol dire stare attenti che questo appesantimento non succeda. Pregare significa chiedere al Signore di darci una mano.
Vivere l’attesa. Questo è l’impegno dell’Avvento. L’attesa del bello e del buono che sta per venire e che festeggeremo nel prossimo Natale. Attesa trepidante e felice come quella della donna che sta per mettere al mondo una nuova creatura. Attesa del sole che sta per nascere e darà vita alle cose.
Se potete, andate a rivedere quel quadro famoso di Claude Monet “Impressione sole nascente”. Nasce il sole e fa nascere le cose che prima non c’erano perché immerse nel buio. Il sole dà la vita. Noi cristiani aspettiamo un sole straordinario. Si chiama Gesù ed è “un sole che sorge dall’alto”. Proprio così: “sorge dall’alto”. Viene a dare forma e vita a tutte le cose e le persone che si lasciano raggiungere dalla sua luce. Le tira fuori dalle tenebre della notte e le fa esistere.
Buon percorso di Avvento, allora.
Vi lascio con questo splendido proverbio Maori:
Gira il tuo viso verso il sole e le ombre cadranno dietro di te.