Famiglie stremate, e noi parliamo di favole

FamigliaManca appena una settimana alla festa delle famiglie della parrocchia programmata per domenica 2 marzo. Penso che sarà una bella occasione per tutte quelle famiglie che hanno dei bambini e dei ragazzi in catechesi e che ogni domenica affollano il Duomo alla Messa delle 10. E intanto questa bella occasione mi offre lo spunto per parlare della famiglia in tempo di crisi. Condivido e riporto alcune parti di una riflessione fatta da don Angelo Favero, mio carissimo amico, nel foglio della sua Parrocchia in una lettera aperta alla signora Seibezzi, Delegata del Sindaco per i Diritti civili.
Scrive don Angelo: “Vedo che la sua battaglia nei confronti della famiglia continua imperterrita. L’ultima trovata riguarda l’utilizzo del genere letterario fiabesco per insegnare ai bambini/e che la famiglia può essere composta anche da due papà o da due mamme. Insomma devo riconoscere che in modo ineffabile il suo obiettivo continua anche se in forma contraddittoria: fino a poco tempo fa lei pensava di sopprimere i termini papà e mamma dal vocabolario scolastico, ora invece, a quanto risulta dalle relazioni giornalistiche, questi termini li vuol moltiplicare nell’ambito della stessa famiglia… Ha cominciato con la sostituzione dei termini ‘padre’ e ‘madre’ con ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’… Ora ha pensato bene di impegnare una notevole cifra ‘per l’acquisto di libri di favole da distribuire nelle prime classi delle elementari al fine di propagandare modelli di famiglia in cui i termini ‘padre’ e ‘madre’ sono attribuiti a persone dello stesso sesso o ad una pluralità di persone nell’ambito della stessa famiglia… Nell’educazione dei fanciulli i primi termini di confronto sono un padre ed una madre; si tratta di cose basilari che vanno continuamente ripetute soprattutto nei confronti di quelle coppie che con troppa facilità sciolgono l’impegno sponsale lasciando scoperto una lato fondamentale dell’educazione dei figli. Gentile Delegata, cosa si propone con questi libri di fiabe in cui l’essenziale rapporto di coppia appare annullato o quantomeno scomposto? Forse di formare un tipo di educazione turbata fin dai primi anni di vita?”.
E per quel che mi riguarda penso di ringraziare (si fa per dire!) la signora Seibezzi perché fintanto che saremo sollecitati a trascorrere il nostro tempo a domandarci se siamo uomini, donne o individui neutri, non ci rovineremo le giornate a parlare di famiglie ridotte al lastrico, di crisi economica, di imprese che chiudono, di giovani che non trovano lavoro, che tornano a casa della mamma o peggio che si tolgono la vita. Questi sono i veri problemi delle famiglie oggi! Senza trascurare gli altri problemi, ovviamente. Ma oggi ci sono delle priorità: la mancanza di lavoro discrimina più del genere!

 

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